Risorsa Estratto Manuale Golf Cap 2


binderlayingopen_550x634-23Estratto gratuito dal:
Manuale di Allenamento Mentale per il Golf

Cos’è l’Allenamento Mentale

Il risultato di una performance sportiva ha tre componenti:

  • atletica
  • tecnica
  • mentale

Nello sport in generale la parte mentale pesa mediamente per l’80%.

Circa il 90% degli sportivi ha ancora una performance che è inferiore (spesso di molto) al proprio potenziale atletico e tecnico.

Ecco perché la performance di uno sportivo può variare di molto tra una situazione e l’altra: a parità di preparazione atletica e tecnica, è la parte mentale che fa la differenza.

E questo a causa delle interferenze emotive sulla componente mentale.

Due giocatori, entrambi con la stessa preparazione atletica e tecnica, possono avere performances enormemente differenti nello stesso campo, e la differenza tra i due sta principalmente nelle loro abilità mentali, ovvero nella loro capacità di gestire le emozioni nei momenti critici, che spesso determinano l’esito del gioco.

Un giocatore esperto con una buona preparazione tecnica e fisica conosce bene il proprio potenziale tecnico, ma non sempre riesce ad esprimerlo in modo regolare.

L’esperienza ha dimostrato che l’effettiva performance differisce dal potenziale secondo questa semplice equazione:

Performance = Potenziale – Interferenze

da cui vediamo che quanto maggiore è l’intensità delle interferenze negative sulla componente mentale tanto minore è la capacità dello sportivo di esprimere in modo consistente quello che già sa (o saprebbe) fare dal punto di vista tecnico.

Ecco perché queste Interferenze sono i peggiori nemici della performance di uno sportivo, e quindi anche di un giocatore di biliardo.

Prendiamo ad esempio un giocatore di biliardo che gioca da qualche anno, magari in prima categoria, e analizziamo la sua performance in base all’equazione appena vista.
Il Risultato della sua performance è pari al suo risultato di classifica a fine stagione.

Ma qual è il suo Potenziale?

Se gioca da qualche anno è abbastanza verosimile ritenere che abbia già avuto parecchie esperienze di gioco. Probabilmente alcune di queste sono state straordinarie. Probabilmente ha già eseguito alla perfezione diverse volte tutti i tiri e le altre azioni che sono richiesti per questo sport.
Il suo migliore potenziale è il livello di gioco che potrebbe esprimere se fosse in grado di mettere insieme ed eseguire in maniera regolare i suoi tiri migliori e i suoi migliori momenti di gioco.

Ma non riesce a realizzarlo in maniera regolare.

Che cosa glielo impedisce? Che cosa gli impedisce di dare il meglio di sé e di sfruttare al meglio ciò che già sa fare?

La risposta è: interferenze.

Ma cosa sono queste interferenze?

Eccone alcuni esempi:

– tensione, nervosismo, stress, paura di sbagliare, dialogo interno depotenziante, frustrazione e ansia da prestazione che possono derivare dall’aver commesso un errore o una serie di errori, da un incontro che non sta andando bene, dall’aver perso il precedente torneo, dal non avere molta confidenza con l’ambiente di gioco, dalle condizioni ambientali avverse, dal sentire la pressione del pubblico e degli avversari, dall’eccessiva preoccupazione per il prossimo torneo, difficoltà e sensazioni di estraneità nell’uso dell’attrezzatura, difficoltà e sensazioni di estraneità nell’imparare un nuovo tiro o perfezionare un movimento che lascia ancora a desiderare
– effetti di convinzioni limitanti e delle Zone di Comfort
– conflitti di valori
– mancanza di obiettivi ben formati e/o di motivazione

Fortunatamente si tratta di interferenze che possono essere gestite e neutralizzate acquisendo le abilità necessarie attraverso la pratica dell’allenamento mentale, da affiancare alla pratica tecnica. Migliorando in questo modo i risultati e aumentando il divertimento e la soddisfazione di praticare uno sport.

Man mano che queste interferenze vengono neutralizzate, lo sportivo diventa più libero di esprimere 1) non solo la sua attuale capacità tecnica in maniera più regolare, 2) ma anche la sua capacità di apprendimento migliorando così ulteriormente la sua preparazione tecnica.

Non solo i giocatori che sono in difficoltà, ma anche gli sportivi che già giocano bene, possono migliorare ulteriormente la propria performance se solo dedicano tempo e disciplina ad affinare le proprie abilità mentali.

Ogni essere umano nasce dotato di quel processo interno che Maxwell Maltz chiamò “Meccanismo del Successo”, quel meccanismo naturale fatto per guidarci al tipo di successo che siamo motivati a realizzare.

C’è un primo gruppo di esseri umani che si sono applicati con impegno e hanno imparato a sfruttare bene questo meccanismo. Hanno acquisito competenza e sicurezza perché sono allineati con l’obiettivo che desiderano ottenere.

Il compito dell’allenatore mentale è aiutare lo sportivo ad entrare e/o crescere in questo gruppo.

Poi c’è un più ampio gruppo di esseri umani che non hanno ancora imparato a sfruttare questo meccanismo e proprio per questo non sono ancora riusciti a realizzare la propria idea di successo sportivo, nemmeno con condizioni al contorno favorevoli.

L’allenamento mentale può fare molto anche per costoro aiutandoli a diventare maggiormente consapevoli delle proprie potenzialità.

Nei prossimi Capitoli del Manuale vedremo un Metodo per aiutarti a migliorare i tuoi risultati avvicinandoli al tuo potenziale, neutralizzando le interferenze emotive, sia quelle di cui sei consapevole, sia quelle di cui non ti sei ancora accorto.

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